Lo studio “The Economic Opportunity of AI in Italy” esplora il potenziale economico dell’intelligenza artificiale in Italia, con particolare enfasi sull’adozione dell’AI generativa. Si tratta di uno studio condotto da Implement Consulting Group per Google, presentato a settembre 2024, che punta a dimostrare come l’adozione diffusa dell’AI possa generare un significativo aumento del PIL del Paese e trasformare il panorama lavorativo.
Nel riepilogo, viene evidenziato che l’intelligenza artificiale generativa potrebbe contribuire a incrementare il PIL italiano dell’8% nei prossimi dieci anni, se l’adozione di questa tecnologia diventasse capillare. Questo potenziale incremento economico deriverebbe principalmente da tre fattori: un aumento della produttività grazie alla collaborazione tra esseri umani e AI, il risparmio di tempo dovuto all’automazione di alcune attività e la possibilità di reindirizzare il lavoro verso attività a maggior valore aggiunto. La tecnologia generativa non solo automatizza compiti, ma consente anche ai lavoratori di migliorare qualità ed efficienza delle loro attività quotidiane.
L’analisi stima che l’impatto dell’AI generativa sulla produttività potrebbe portare a un aumento annuale del PIL compreso tra 150 e 170 miliardi di euro nel periodo di picco dell’adozione, previsto per i prossimi dieci anni. Tuttavia, un ritardo di cinque anni nella diffusione dell’AI potrebbe ridurre significativamente questo contributo, passando dall’8% al 2% di aumento del PIL. Generative AI, inoltre, è considerata così potente che potrebbe superare le attuali previsioni di crescita economica dell’Italia, portando persino i principali istituti bancari a rivedere le proprie stime di crescita già a partire dal 2028.
Per quanto riguarda il mondo del lavoro, lo studio prevede che l’AI generativa avrà un impatto differenziato a seconda delle tipologie di occupazione. Circa il 35% delle posizioni lavorative in Italia non verrà influenzato in maniera significativa dall’automazione, poiché include lavori manuali, esterni e di cura alla persona. La maggioranza dei lavoratori, invece, beneficerà di un aumento della produttività grazie all’assistenza dell’AI in compiti specifici, come la creazione di contenuti o la collaborazione su problemi complessi. Il documento stima che circa il 58% dei lavori vedrà un’integrazione con l’AI generativa, mentre il 7% delle posizioni sarà completamente o parzialmente automatizzato, principalmente tra i lavoratori del supporto amministrativo e i traduttori.
Un aspetto cruciale riguarda la transizione occupazionale. Lo studio sostiene che, sebbene alcune posizioni saranno sostituite, la maggior parte dei lavoratori sarà reimpiegata in nuovi ruoli, grazie all’aumento complessivo della domanda di beni e servizi. Questo scenario è basato sull’assunto che l’incremento della produttività sarà sufficiente a creare nuove opportunità lavorative, compensando le perdite dovute all’automazione. Inoltre, si prevede che la domanda di nuove figure professionali, come ingegneri dei prompt e creatori di contenuti AI, aumenterà notevolmente.
L’analisi offre una panoramica settoriale, mettendo in evidenza che i settori più colpiti dall’AI generativa saranno quelli ad alta intensità di conoscenza, come le attività scientifiche, tecniche e il settore dell’informazione e comunicazione. Tuttavia, nella maggior parte dei settori, l’AI agirà come complemento al lavoro umano, potenziando la produttività e riducendo i tempi di sviluppo dei prodotti. Vengono anche presentati esempi specifici, come l’uso dell’AI per creare itinerari turistici personalizzati o per monitorare la salute del bestiame nel settore agricolo.